mercoledì 24 settembre 2014

Ringraziamenti a Squinzi per avermi illuminato

Devo ringraziare Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria.

Eh, si! Perché, grazie a lui, mi è caduto il velo che avevo davanti agli occhi e ho scoperto il vero motivo per cui gli investitori esteri non vengono in Italia.

Non sono le cose che erroneamente pensavo io, che so, quisquilie, cosette così:

  • il collasso della giustizia, per cui se qualcuno ti frega e lo porti a giudizio aspetti 20 anni, salvo amnistie e indulti;
  • la depenalizzazione del falso il bilancio, per cui non puoi fidarti di eventuali partner italiani;
  • una legge anti-corruzione che fa ridere i polli e gioire i colpevoli;
  • l'incertezza normativa, col governo che fa mille decreti legge al giorno, e in contraddizione tra loro (vedi la querelle IMU/TASI);
  • la tassazione al 60%;
  • il paese in mano alla criminalità organizzata, al Nord come al Sud;
  • gli appalti fasulli, tipo Expo e Mose, per cui lavorano solo gli amici degli amici;
  • assenza di una legge su conflitto di interessi, per cui chi detta le regole del gioco è pappa e ciccia con qualche tuo concorrente;
  • l'inaffidabilità di una classe dirigente che ai vertici nomina spesso soggetti che hanno problematiche aperte con la giustizia (tanto sono "solo indagati"), quando non addirittura qualche condanna...

No, amici miei! Nulla di tutto questo, fesso io a crederlo! Il vero problema  è l'articolo 18!
Perché, ovviamente, chi viene in Italia ad investire milioni di euro, l'unica cosa di cui si preoccupa e di poter licenziare tutte le persone che assume il giorno dopo.

Grazie per l'illuminazione.

PS: Ah, come corollario, abbiamo imparato che gli Egiziani, col loro negozietto di frutta, i Cinesi, coi casalinghi, o i Rumeni coi negozi di prodotti tipici, per Squinzi non sono degni del titolo di "imprenditori". Vabbé

mercoledì 30 luglio 2014

Domandina a @matteorenzi su cosa cambia la vita quotidiana delle persone, secondo lui.

Renzi, è riuscito a dire: "percentuali del Pil, che siano lo 0,4 o lo 0,8 o l'1,5, non cambiano la vita quotidiana delle persone"
E' evidente che il signor Renzi coi numeri un pochino ci litiga, come dimostra il pasticciaccio del Bilancio del Comune di Firenze (e trascuriamo le altre indagini della Corte dei Conti).

Ma, anzitutto, nelle mie scarne conoscenze di economia, credo che un punto di pil vale un pò più di 15 MILIARDI di euro: non si capisce perché ci sarebbero dovuti essere sfraceli (case, auto, spesa per mesi, vacanze a Montecarlo) con 0.7 punti di PIL (il bonus degli 80 euro) riservati a qualcuno (con la "giusta" busta paga), mentre con un dato doppio, ossia un 1.5 di PIL,  valido per tutti gli tialiani, non cambierebbe la vita quotidiana.
Perché, signor Renzi?

Ma la vera domanda che vorrei fare al signor Matteo Renzi , in questo post, è questa: mi può cortesemente spiegare perché 22 Miliardi in più disponibili per tutti non cambierebbero la vita quotidiana nell'immediato, mentre l'abolizione del Senato si?



La lieve contraddizione di avere un ministro per la "semplificazione".

Da un lato, come in tutti gli ultimi governi, anche nel governo Renzi c'è un ministro per la Semplificazione Normativa (Marianna Madia), perché in Italia ci sono troppe leggi, spesso in antitesi tra loro;
Dall'altro, si vuole  abolire il Senato o, almeno, limitare il bicameralismo perfetto, perché si è troppo lenti ad approvare le leggi.

Solo io noto la lieve contraddizione?

giovedì 10 luglio 2014

Se il governo fa le riforme, non amministra. Se non amministra, cade. @matteorenzi lo sa, lo sa...

Da lungo tempo, in Italia, siamo abituati ad una espropriazione del potere legislativo da parte di governi.
Ma quest'ultimo governo sta toccando l'apice, esautorando, di fatto, il Parlamento di ogni funzione: sino a costringere gli senatori a votare la propria estinzione, come categoria (bene o male) eletta.
Un servilismo della classe politica che scade nel masochismo più demenziale.
Una vittoria totale del Governo, contro il suo contropotere naturale.

Però.
Però c'è un controaltare. Il Governo deve (dovrebbe) amministrare. Se, a tutti i suoi livelli, è impegnato in battaglie spossanti per fare le riforme (nonostante il servilismo della gran parte dei Parlamentari, quei pochi che si oppongono si fanno valere); se le, riforme, per loro natura, richiedono lungo tempo (si pensi ad esempio alle riforme costituzionali); allora, semplicemente, il Governo non può amministrare.
E se non può amministrare, il Paese ne risente; e se il Paese ne risente il Governo casca.

In effetti la situazione è questa: di discussioni e annunci ce ne sono tantissimi, ogni giorno è una giornata "storica", ma di riforme portate a casa finora non c'è nulla.

Ma, per ottenere questo nulla, non si fanno neppure i normali atti amministrativi. Il Governo ragiona solo in termini di Decreti Legge e colpi di fiducia.

Credo che Matteo Renzi lo sappia bene e che voglia tendere la corda fino al massimo. Sa già che non concluderà nulla con le sue strombazzate riforme. Ma quello che gli interessa, prima che si arrivi al redde rationem con i suoi fans delusi (la categoria peggiori di delusi), è far saltare il banco e poter dare la colpa ai "gufi" e ai "rosiconi" che non gli hanno consentito di portare a termine le taumaturgiche riforme che tutti condividevano.

E presentarsi cosi, come eroe tradito, a cui va data un'altra occasione per liberarsi dei pesi e fardelli che gli hanno impedito di compiere la sua opera. Conta di presentarsi alle elezioni politiche con zero risultati, ma mille promesse ancora da mantenere e ottenere di nuovo un plebiscito.
Basato sul nulla. Ma stavolta le elezioni le vince.
E le "sue" riforme passano. Le "sue". Poco importa se la maggioranza degli Italiani le ignora o non le vuole.