mercoledì 25 giugno 2014

L'Italia calcistica, splendida metafora dell'Italia di Renzi.

Intanto le corrispondenze di amorosi senzi: da un lato Renzi-Napolitano, dall'altro Prandelli-Abete.

Tante illusioni all'inizio: gli 80 euro,  come emozione iniziale, valgono la vittoria sull'Inghilterra, no?

Poi i primi ritardi e le delusioni: le riforme istituzionali (legge elettorale, senato) sono una schifezza senza pari, non si riesce ad andare avanti;  corrispondono alla sconfitta col Costarica, caratterizzata da una sostanziale immobilità di tutta la squadra azzurra.

Il triste risveglio: L'Italia del pallone è stata presa a schiaffi (metaforici) e morsi (reali) dall'Uruguay; quella della politica inizia ad esserlo dalla realtà economica e dalla disoccupazione.
Per il mondo della pedata, storia è chiusa; per quello della politica il processo è ancora agli inizi, ma la strada intrapresa sembra proprio essere quella.


In tutto questo è interessante notare come il gotha del calcio, come quello della politica usino la metafora dei gufi per indicare chi è semplicemente realistico.
Nella tradizione popolare, il gufo è un animale che porta sfortuna: un tentativo goffo, e anche un pò stupido, di dare ad altri (o alla sfortuna) la colpa dei propri insucessi, senza sapersi assumere la responsabilità della propria incapacità.

L'importante, in un caso come nell'altro, è che gli evocatori di gufi si tolgano dalle scatole prima di fare danni irreparabili.


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