giovedì 25 luglio 2013

Governatori non salvati dalla Corte Costituzionale, ma dall'incapacità di politici e dei loro consiglieri.

Ecco, un buon esempio di disinformazione ad hoc.
Un esempio di incapacità amministrativa
Il governatore oberato di debiti per la sanità, suoi o ereditati, non è stato salvato dalla Corte Costituzionale!
La Corte Costituzionale, come tutte le corti, e fino a prova contraria, applica la legge: nel suo caso, anzi, applica la suprema Legge: la Costituzione.
Se un provvedimento è scritto in contrasto con la Costituzione, la corte ha l'obbligo di blocccare quella legge e i suoi effetti. Banale, ma è cosi che funzione.
Quindi, per favore, non nascondiamoci dietro un dito. Ci sono migliaia di consulenti legali e dipendenti esperti di legge, alla Camera, al Senato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza Repubblica.
Senatori, Deputati, Ministri, Presidente della Repubblica, in teoria, dovrebbero essere adeguatamente consigliati e indirizzati prima di avare e approvare provvedimenti.
Eppure, spesso, spessissimo, provvedimenti, come quello in oggetto, sono tarati da vizi, pecche e difetti, che ne portano alla dichiarazione di incostituzionalità.
Quindi delle due l'una: o queste migliaia di dipendenti e consulenti sono ladri di stipendio, in quanto incapaci e inutili; oppure chi firma e approva i provvedimenti lo fa in malafede, solo per facciata e pubblicità, sapendo che saranno bloccati dopo e non produranno effetti.
Oppure tutte e due le cose.
In ogni caso il risultato finale è lo stesso: la legge non produce effetti, gli elettori sono stati illusi, e tutti salvano il loro privilegio a rimanere incapaci a vita.
Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi.
Che ne dite?

2 commenti:

  1. Al di là delle tue espressioni forti che potrebbero esporre ad accuse di calunnia (in quanto il furto è previsto dalla legge come reato) o di semplice diffamazione, è vero che in Italia, nelle più svariate materie esiste un caos dalle origini varie, e che ci sarebbe bisogno di una radicale rivoluzione normativa (qualcosa del genere resta, di Napoleone, più delle sue imprese belliche).

    Negli anni è cresciuto il mio sgomento riguardo alla situazione di chi voglia mantenersi in regola con la legge. Mi sono spesso sentito rispondere da uffici pubblici e consulenti, anche riguardo a cose importanti come gli impianti radiologici o aspetti fiscali, che "nessuno è in regola fino in fondo". Le sanzioni sono spesso tanto elevate, quanto di improbabile applicazione, le violazioni possibili numerose e quasi misteriose, la discrezionalità sempre in agguato, gli accertamenti spesso vessatori. Una situazione di questo genere l'ho vista solo in paesi cosiddetti "in via di sviluppo".

    Leggi e regolamenti spesso si contraddicono reciprocamente. Anni fa Bassanini inserì nella sua prima legge (n. 59/97) una norma programmatica, secondo la quale il legislatore avrebbe dovuto scrivere le leggi in modo chiaro e con un linguaggio accessibile a tutti. Un fallimento, come il tentativo di Tullio De Mauro che, su incarico del Ministro della Funzione Pubblica, predispose il Manuale di Sintassi della Pubblica Amministrazione (1997), contenente le regole sintattiche e grammaticali (nonché un glossario di 7000 lemmi) a cui la p.a. avrebbe dovuto conformarsi nella redazione dei propri testi.

    Oltre tutto, L'Italia è il Paese dei mille giudici e delle mille corti che, secondo un principio solo apparentemente virtuoso, dovrebbero decidere autonomamente per garantire autonomia e indipendenza. In realtà, troppo spesso ognuno decide in proprio per affermare il trionfo dell'opinabile e del discutibile.

    Un avvocato molto preparato e intelligente mi faceva osservare queste cose e mi scriveva che nel Regno delle Due Sicilie esistevano moltissime autorità giudiziarie diverse, tra le quali il Giudice della Gabella delle Prostitute e il Giudice della Dogana delle pecore di Foggia... assicurandomi, che per certi aspetti, l'ordinamento giuridico dei Borbone funzionava meglio del nostro.

    Ciao Fabrizio!

    Luca

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    1. Grazie, Luca! Credo che il rischio di denuncia sia lontano, per due motivi: a) l'attore dovrebbe sentirsi offeso dalla mie parole direttamente, ossia in qualche modo dovrebbe ammettere di non avere la coscienza pulita quando si parla della qualità del suo lavoro; b) chiaramente, si tratta di una immagine retorica. Lo stipendio è pagato a norma di legge, quindi è evidente che non c'è furto in senso proprio. E' il bene che si riceve in contraccambio (la qualità del lavoro) che è discutibile.
      Sicuramente esisteranno rara aves che lavoreranno bene e senza pubblicità: ma è un lavoro ingrato.

      Per il resto come darti torto? Le leggi sono...illeggibili (questo è un pò più di uno stupido gioco di parole: la legge, per esser valida, dovrebbe esser comprensibile. Secondo alcuni lex e lego hanno la stessa radice).
      Ma noi abbiamo 150.000 leggi attive, alcune vecchissime, altre fuori dal mondo.
      Fanfaroni e demagoghi hanno cercato di metterci mano, a modo loro: ricordi il rogo di leggi inutili di Calderoli? Ecco, dentro quel rogo c'era anche il reato di banda armata, tanto per dire..
      E alla fine, non è cambiato nulla.
      Di ieri sera, la notizia che M5S ha sconfessato il "suo" DURT, in tema di edilizia civile, unanimemente accolto nel DL Fare in commissione tributaria..
      E' solo un esempio di come si comporta questa classe politica (anche quella per cui tifo): lancia il sasso e nasconde la mano.
      Il risultato di questo modo di fare è che questa società si sta sgretolando. Ho paura, sinceramente, di quel che verrà dopo. Non manca molto all'esplosione.
      Buona fortuna. :)

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